Al convegno promosso nella cittadina adriatica, moderati dall’Avv. Paolo Del Viscio, hanno preso parte anche il Maestro di Judo Aniello Vastola e l’olimpionico del bob Antonio Tartaglia

Umanesimo sportivo, evoluzione tecnologica e attenzione alla persona, inclusione sociale e sviluppo sostenibile, sono state queste le tematiche affrontate nell’incontro dal nome “Sport e bene comune: una sfida educativa”. Si è tenuto la sera del 5 settembre nel locale della Parrocchia San Marco Evangelista l’evento che ha visto la partecipazione di importanti esponenti del mondo dello sport.

Infatti diverse sono state le personalità che hanno preso parte all’incontro moderato da Paolo Del Viscio, il campione olimpico originario di Casalbordino Antonio Tartaglia al dirigente territoriale del Centro Sportivo Italiano, Angelo De Marcellis, per giungere al Maestro Aniello Vastola, ex judoka e fondatore del Judo Club Vasto. 

“Questo è un’incontro in cui emergono delle tematiche  tra di loro apparentemente diverse, ma che in realtà sono unite. Queste vogliono tutte favorire il raggiungimento del benessere sociale fatto di  valori come l’etica, il rispetto delle persone e l’ambiente che ci circonda”, ha dichiarato l’assessora alle Politiche Giovanili della città di Vasto, Paola Cianci, a cui poi ha aggiunto: “Lo sport è gioco di squadra, rispetto dell’avversario e sviluppo per i più giovani nel  vivere e nello stare insieme”.

“Lo sport che noi produciamo sviluppa una crescita umana? Questo dobbiamo domandarci”, così ha esordito Angelo De Marcellis.

“Questo viene ritenuto come uno strumento concreto per generare bene comune. Purtroppo oggi non è sempre così- ha continuato De Marcellis - in una società dove non c’è più squadra, non c’è più gruppo, perché si vuole solo portare avanti un obiettivo da soli in cui o vinci o perdi i modelli sportivi devono necessariamente rispondere al concetto di comunità educante”.

“C’è quindi bisogno di un umanesimo sportivo, - ha affermato l’esponente del Csi - ossia la necessità di riportare l’uomo al centro di una rinascita culturale e sociale della nostra società e dello sport. Laddove c’è sviluppo collettivo e della comunità, lo sport allora diventa educativo e aspira all’umanesimo”.

Poi è giunto il momento del Maestro Aniello Vastola che ha ricordato alcuni dei valori presenti in particolari discipline sportive: “Il Judo è lo sport della gentilezza, ad esempio noi partiamo fin da subito col fare l’inchino rispettando l’avversario e come veniamo così addestrati in questo sport, anche nella vita cerchiamo di essere gentili”.

“Si perde, si vince, si cade e ci si rialza come nel judo - ha poi continuato il maestro sull’importanza dello sport - dove per la precisione si dice che  “si cade sette volte e ci si rialza otto”. È la vita  che ti porta a vincere, ma anche a saper perdere ed è questo che poi ti rende un campione”.

“Lo sport è fondamentale, rappresenta un momento di crescita per  i ragazzi, ma anche per gli adulti perché secondo me  fatto in un certo modo dà un criterio di vivere in maniera diversa, con  tante regole che, come nel gioco, anche nella vita  sono importanti”, ha dichiarato Antonio Tartaglia,  l’ex bobbista che  ha partecipato a quattro Olimpiadi invernali e tra i vari trofei ha vinto una medaglia d’oro a Nagano nel ‘98, una d’argento ai Mondiali 2007 e due oro agli Europei.

“A me piace molto stare in stretto contatto con gli atleti e i ragazzi perché - ha proseguito l’ex atleta e attualmente membro dello staff tecnico del Centro Sportivo Carabinieri - voglio dare loro esperienze di crescita positive, ma anche negative che io definisco formative. Da ogni sconfitta si impara sempre qualcosa di nuovo”.

“Io spero ci sia  un ritorno - ha concluso - ad ambienti  in cui i ragazzi cercano di capirsi e crescere insieme con dei valori importanti che si porteranno dietro per tutta la vita”.